In America la necessità di istituire la figura dell’infermiere specialista risale al 1940 (Fulton, 2018), tale necessità nasceva in risposta alla crescita della domanda sociale di miglioramento della qualità di cura e allo stesso tempo, venivano richieste maggiori competenze infermieristiche secondarie all’aumentare della complessità assistenziale dei pazienti (Dunn, 1997).

Ad oggi per svolgere la figura di infermiere specialista ed in particolar modo infermiere specialista in area critica occorre conseguire la certificazione AACNS (Adult Critical Care Nurse Specialist) che viene emanata dalla società scientifica AACN (America Associaton of Critical-Care Nurse) dopo aver sostenuto esami specifici ed aver effettuato oltre 1700 ore di tirocinio nelle aree interessate. il titolo ha una validità di 5 anni, successivamente deve essere rinnovato (AACCN Certification, 2022).

In Italia si inizia a discutere della necessità di acquisire delle competenze infermieristiche avanzate con il recepimento delle “Raccomandazioni del Consiglio d’Europa per la formazione infermieristica” del 1983 che tardivamente l’Italia recepì con il Decreto del Ministro alla Salute del 14 settembre 1994, n. 739 “Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’infermiere”

In letteratura ci sono diversi studi che descrivono le competenze necessarie all’infermiere specialista per permettere un cambiamento della pratica assistenziale, Fulton e colleghi (2018) mostrano un elenco di competenze che possono essere riassunti in 5 punti:

  • Conoscenze scientifiche avanzate in riferimento alla popolazione di cura/ setting assistenziale,
  • Saper adattare le conoscenze scientifiche esistenti con le clinical expertise del personale che lavora all’interno dell’area interessata,
  • Competenze di leadership per divulgare le nuove conoscenze e migliorare gli outcomes,
  • Sviluppare norme e standard di cure per la pratica infermieristica,
  • Promozione dello sviluppo di competenze in relazione alla pratica infermieristica esercitata attraverso la certificazione di altri organismi.

Le competenze sopra descritte devono integrarsi al contesto clinico e organizzativo delle varie realtà. Fulton individua 3 macro-sfere dove l’infermiere specialista deve agire e interagire per raggiungere gli obiettivi prefissati come mostrato in figura 1. La FNOPI (Federazione Nazionale Ordine Professione Infermieristiche) attraverso il documento Consesus conference 2023 ha fissato gli obiettivi futuri della professione infermieristica anche in ambito formativo dichiarando la volontà di istituire le lauree magistrali ad indirizzo clinico attribuendo competenze specialistiche che comprendono le 3 macro aree di Fulton.

L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma con delibera n° 1179 del 10/12/2020 ha istituito l’incarico professionale di Infermiere Specialista in Pronto Soccorso e OBI: a questa figura sono stati attribuiti degli ambiti di attività generali e specifici.

AMBITI DI ATTIVITÀ E FUNZIONI DELL’INCARICO
Programmazione, coordinamento e verifica del percorso di inserimento del personale neo assunto /neoinserito in collaborazione con i tutor/mentori

Programmazione, coordinamento e verifica del percorso di tirocinio degli studenti del CDL in collaborazione con i tutor didattici

Mantenimento delle competenze professionali nelle varie aree della struttura complessa

Programmazione, predisposizione e valutazione dell’attività di formazione permanente, di aggiornamento specifico della S.C in collaborazione con la DPS

Realizzazione di interventi relativi agli esiti assistenziali e al monitoraggio degli esiti sensibili delle cure della S.C in collaborazione con la DPS

Verifica e aggiornamento periodico delle procedure/protocolli anche in funzione del processo di accreditamento della S.C

Promozione e sensibilizzazione dei professionisti di competenza circa l’utilizzo e l’accesso alle evidenze scientifiche in collaborazione con la DPS

OBIETTIVI SPECIFICI 
Mappatura del fabbisogno formativo dei professionisti, con particolare riguardo ai corsi richiesti dai requisiti di accreditamento e predisposizione del dossier formativo individuale e di gruppo

Implementazione di un programma di monitoraggio e verifica degli esiti sensibili alle cure della S.C in sinergia con il coordinatore e con i responsabili degli incarichi della DPS

Mantenimento dello standard di competenze richieste nelle varie aree del Pronto Soccorso in collaborazione con il coordinatore 

La figura professionale ha diviso la sua attività annuale in 3 fasi. La prima fase consisteva in un analisi osservazionale dell’agire professionale e l’adesione allo standard scientifico, si indagava il possesso dei corsi richiesti dalla Regione Emilia Romagna per l’accreditamento della Struttura complessa deliberato dalla Giunta Regionale n°327 del 23/02/2004 e attraverso il questionario Hicks-Hennessey Training Needs Analysis (H-HTNA) (Holloway, Arcus and Orsborn, 2018) si analizzava la richiesta del fabbisogno formativo del personale infermieristico. Al termine della prima fase la figura ha redatto un documento che mostrava alla Direzione delle Professioni Sanitarie lo stato dell’arte. Nella seconda fase l’infermiere Specialista si è concentrato nell’organizzazione dei programmi formativi richiesti per l’accreditamento della struttura complessa e a realizzare eventi formativi sulla base dei risultati ottenuti dal questionario.

In questa fase l’infermiere specialista in collaborazione con la Direzione delle Professioni Sanitarie aziendale ha costruito e coordinato dei gruppi di lavoro con l’obiettivo di adeguare e uniformare l’agire professionale del personale infermieristico e di supporto nelle patologie tempo dipendente e nei problemi riscontrati durante il periodo osservazionale, realizzando istruzioni operative e procedure di unità operativa.

Al fine di certificare l’avvenuta divulgazione delle istruzioni operative e procedure e solo per quelle con carattere di tipo clinico assistenziale è in corso la realizzazione di percorsi formativi a distanza sulla piattaforma regionale Emilia Romagna E-LLABER (www.e-llaber-.it). Nella terza fase, l’infermiere specialista ha mostrato i risultati ottenuti nei primi 24 mesi di attività.

L’introduzione della figura di infermiere Specialista all’interno di un’organizzazione complessa come il Pronto Soccorso e OBI con i relativi obiettivi assegnati incontra notevoli barriere che ostacolano il cambiamento mirato al miglioramento della pratica clinica(Chiari, Paolo. Daniela Mosci, 2011) ma con le competenze acquisite nei percorsi formativi post –base (Imbriaco G, 2015), l’esperienza nei contesti di emergenza urgenza e attraverso l’applicazione di strumenti mirati a superare gli ostacoli, il cambiamento e il miglioramento della pratica assistenziale in questi contesti , anche con estrema difficoltà è possibile. Sarebbe ideale definire degli indicatori di processo e di esito che identificano gli standard assistenziali in Pronto Soccorso e OBI e stabilire un framework di competenze necessarie all’infermiere specialista per operare nei contesti italiani. Il lavoro è appena iniziato e il percorso è ancora lungo per la professione infermieristica.